Avv. Angela Vicario

Il metodo adottato dallo Studio Legale Vicario si caratterizza per un’accurata analisi preliminare della tipologia del credito vantato e della solvibilità del debitore (che può essere un privato o un’azienda) anche tramite l’accesso alle principali banche dati e registri pubblici (Camera di Commercio, Catasto, Conservatorie e PRA, etc.) ma anche attraverso società di investigazione che consentono di accertare la concreta esistenza dei beni del debitore aggredibili prima di procedere con il recupero del credito giudiziale. In caso positivo delle ricerche preliminari sulla solvibilità del debitore, si consiglia di procedere con l’attività di recupero crediti esplicabile su tutto il territorio nazionale: viene quindi inviata una formale intimazione di pagamento al debitore, per poi intraprendere, ove possibile, un’attività di interfaccia con la parte debitrice al fine di agevolare il recupero della somma dovuta nel minor tempo possibile ed in via amichevole. In caso di mancato successo del recupero crediti in via stragiudiziale, si procede con l’azione legale più opportuna (azione ordinaria, ricorso per decreto ingiuntivo, atto di precetto), alla ricerca in proprio dei bei da pignorare ai sensi dell’art. 492 bis c.p.c., ed alle successive fasi esecutive (pignoramento mobiliare o immobiliare, pignoramento di conti correnti, del quinto dello stipendio o della pensione).

Inoltre, qualora dall’indagine preliminare sulla solvibilità del debitore scaturisca che la situazione del debitore non risulti soddisfacente, e qualora il creditore fosse un’azienda, si propone all’azienda creditrice di minimizzare gli effetti negativi dei crediti da riscuotere e di procedere per ottenere un beneficio fiscale al fine di “mettere a perdita” i crediti che non si riescono a recuperare in modo da non pagare le tasse sulle fatture insolute. Per i crediti che non possono essere utilmente recuperati, e per mettere a perdita un credito, la legge italiana impone di aver effettuato almeno un tentativo di recupero e di disporre di una relazione di inesigibilità redatta in base alle normative vigenti dall’avvocato che ha tentato il recupero. I benefici fiscali derivanti dalla messa a perdita di un credito consistono in primo luogo nella possibilità di recuperare l’IVA versata sulla fattura insoluta. In secondo luogo sarà possibile inserire il credito insoluto tra le perdite maturate nell’esercizio. Computare il credito insoluto tra le perdite permette di abbassare l’utile aziendale e di conseguenza pagare meno imposte